Revisionismo quotidiano

A furia di frequentare laula
sorda e grigia
del
Parlamento, si può rimanere contagiati da quell’ansia diffusa
che porta a revisionare il più possibile il passato lontano (su per
giù 64-65 anni), finendo poi col tentare di mettere le mani,
goffamente, anche su quello più recente.

Nell’amena intervista rilasciata
ad un’emittente locale in qualità di aspirante sindaco di Pdl, Lega e balilla, l’onorevole Zacchera ha
voluto mostrarci l’efficacia di un collaudato metodo di comunicazione
politica: la revisione dei fatti.

 

Tra una domanda scomoda e
l’altra (del tipo "quando ha passato l’aspirapolvere l’ultima
volta?" e "qual è stato il giorno più bello della sua
vita?"), l’accomodante intervistatrice trova il tempo di
chiedere: "Zacchera, lei vuole la pensione per i reduci della
Repubblica di Salò?", riferendosi al progetto di legge 1360 –
di cui Zacchera è uno dei firmatari – che prevede(va) l’assegnazione
dell’Ordine del Tricolore con relativa pensione sia ai partigiani, ai
militari italiani e ai deportati nei campi di concentramento che agli
ex repubblichini, riconoscendo la "pari dignità" della
"partecipazione al conflitto". E dici poco.

Risposta secca dell’ex missino:
"No. La legge 1360 va letta. Se la si legge, si avranno tutte le risposte. I 200 euri che vengono
riconosciuti non vanno ai reduci della Repubblica di Salò, ma
a coloro che avevano combattuto per
l’esercito italiano durante quel periodo."

Cosa? Niente pensione ai
reduci della Rsi, dunque? Quindi tutti quelli che hanno contestato il suo pdl
(e la lista è davvero lunga) hanno frainteso, dal momento che
i vitalizi previsti – stando al racconto di Zacchera – “non vanno ai reduci della Repubblica di Salò”. Qualcuno sta mentendo. Per capire chi, basta leggere il
progetto di legge 1360 (lo trovate qui).

Il pdl – checché ne
dica l’onorevole verbanese – cita espressamente i reduci
delle "formazioni che facevano riferimento alla Repubblica sociale italiana" e i "combattenti
nelle formazioni dell’esercito nazionale repubblicano durante il biennio 1943-1945" come
codestinatari dell’Ordine e della relativa pensione. Vale a dire: medaglia, vitalizio e pacca sulla spalla
ai rastrellatori e deportatori della Rsi. La Repubblica Italiana sentitamente ringrazia.

Ci avevano già provato. Quello
di parificare partigiani e reduci della repubblichina filonazista di
Salò è un vecchio pallino degli ex-missini di An, che già nel 2005
avevano presentato un ddl ad hoc, contestatissimo e messo poi da parte.
Così come è stato aspramente criticato il pdl 1360, ritirato poi su
esplicito ordine dell’illustre fondatore del Pdl (no, non Licio
Gelli
, quell’altro), probabilmente sollevato di poter rinunciare –
per una volta – ad una legge tanto contestata senza dover rischiare
una condanna.

Ora resta solo da capire il
motivo per cui Zacchera ha scelto di smentire sé stesso. Memoria
debole, deformazione professionale da revisionista in servizio
permanente o cos’altro?

 
L’intervista integrale a Zacchera la trovate  qui.


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