L’onda lunga delle mobilitazioni studentesche contro i tagli imposti dal governo arriva anche nel Vco. Sono numerose, per una provincia tradizionalmente sonnacchiosa e tendente all’immobilismo, le mobilitazioni, le autogestioni, i momenti di studio e di protesta messi in piedi in queste settimane dai collettivi e dalle assemblee degli studenti del Vco. Poteva, in un momento importante di protagonismo giovanile, esimersi dal farsi sentire la solita canea politica locale? Certo che no. Numerosi i comunicati e le conferenze stampa indette dal centrodestra locale a proposito delle mobilitazioni di questi giorni. "Abbiamo già mobilitato i nostri giovani – ha annunciato il segretario provinciale di An Luigi Songa – per smascherare le menzogne della sinistra". E i giovani di Azione Giovani (An) e del Movimento Studentesco Padano (Lega Nord) su invito dei big del partito, si sono mobilitati con comunicati (piuttosto sgrammaticati, ma si fa quel che si può) e conferenze stampa congiunte.
In una di queste hanno parlato dei tagli alle scuole con meno di cinquanta studenti, argomento importante in una provincia prevalentemente montana in cui gli istituti scolastici con meno di 50 alunni sono molti per ovvie ragioni, arrivando ad una conclusione chiara. Daniele Finetti del MSP ha dichiarato: "Si parla tanto di sprechi nel nostro paese ma non si fa nulla di concreto. Verranno accorpate le scuole con meno di 50 studenti: un modo per contenere i costi". In pratica, più realisti del re stesso, affermano: taglieranno le scuole montane, ma va bene così. L’operazione verità orchestrata da Songa è stata un pò maldestra confermando, invece di smascherare, le convinzioni dei più. "Ma come – verrebbe da chiedersi – Roma ladrona minaccia di chiudere le scuole di montagna, le nostre scuole, e proprio uno che dice di rappresentare gli studenti padani è a favore della loro chiusura? Non dovevamo tornare ad essere padroni a casa nostra?". Ma nel teatrino quotidiano della politica gli ordini di scuderia hanno sempre la precedenza sui programmi elettorali. E allora vadano pure in malora le scuole e l’autodeterminazione dei paesini di montagna che le lobby e i sostegni che contano non vengono mica dalle vallate alpine, che oltretutto si stanno spopolando. Di sicuro non mancherà l’appoggio della Lega alle banche, ai finanzieri e agli industriali che con il partito del Senatùr sono stati sempre piuttosto generosi (vedi tangenti Enimont).
E pensare che i leghisti si sono sempre dipinti come gli strenui difensori delle "specificità montane" quando a tagliare su altre cose (decisamente meno importanti) erano governi di cui non facevano parte. Ora che a minacciare di tagliare è un loro governo si adeguano. Piuttosto ridicoli, no?
Certo non si può dire che la Lega, almeno sulla scuola, si sia dimostrata un partito xenofobo, razzista ed egoista. Tagliano le scuole di montagna però trovano i fondi per le classi apposta per i figli degli immigrati. Che generosi Cota e gli altri samaritani verdi: pensano prima ai figli degli altri e poi ai loro. Che poi gli immigrati avrebbero fatto volentieri a meno di essere soggetti a così tante attenzioni da parte di chi vuole separare i loro figli dai piccoli italiani autoctoni è solo un dettaglio, e alla Lega i dettagli non piacciono. Gli immigrati e i loro figli nemmeno.